Lo confesso: al gnocco fritto non riesco proprio a resistere!
Credo sia una passione primordiale scritta nel mio DNA modenese: per essere felice mi basta avere davanti un bel cestino di gnocco fritto da farcire con affettati vari e formaggi 🙂
A volte credo sia un po’ un amore/odio come nelle migliori love story: “amore”, perché è un piatto che mi mette subito di buonumore, “odio” perché una volta mangiato i miei sensi di colpa si fanno sentire…
Un po’ come scriveva Francesca nel post dedicato alle “tigelle”, credo che anche il gnocco fritto sia uno stato mentale (non per niente si sposa perfettamente con le “tigelle” 😉 ). Già il modo con cui ci si riferisce a lui, fa subito pensare a quanto sia radicata dalle mie parti questa tradizione: per noi modenesi sarà sempre e solo “il gnocco” e non “lo gnocco” come la grammatica italiana vorrebbe.
Che cosa è il gnocco fritto?
Come le crescentine (le tigelle), anche il gnocco fritto è un piatto della tradizione contadina che in passato veniva usato come sostitutivo del pane. È una pasta fritta, dalla forma rettangolare o a volte circolare, unica nel suo genere. Comunemente accompagnato con i salumi (per me il primo pezzo di gnocco fritto è sempre con i ciccioli o la pancetta 😉 ) è possibile mangiarlo anche con i formaggi, ma anche con marmellate e, una volta freddo, a colazione intinto nel caffè latte (come la vera tradizione vuole!).
Diffusa in tutta l’Emilia, questa preparazione ha nomi diversi, a seconda della città in cui ci si trova (nel Bolognese viene chiamato crescentina – chiamarlo così da noi sarebbe una gran confusione perché si potrebbe confondere con “la tigella”- in gran parte della provincia di Parma viene chiamato torta fritta e nella provincia di Ferrara pinzino). Qui a Modena si chiama, appunto gnocco fritto (gnòc frètt o gnòcch fritt in dialetto) e prepararlo è talmente tanto un’arte che esiste addirittura “La Confraternita del Gnocco D’Oro”, un’associazione gourmet che assaggia e valuta il miglior gnocco fritto di Modena e provincia.
Gli ingredienti per la sua preparazione sono molto semplici, ma possono variare a seconda della località e della famiglia. Come per le altre preparazioni, anche qui esiste una ricetta originaria ma le varianti sono all’ordine del giorno a secondo dei gusti personali, delle tradizioni famigliari, dalle ricette tramandate di rezdora in rezdora 🙂 (Ah, se non sapete chi sono le “rezdore” ve lo racconto in questo articolo che ho scritto per il blog di Non Solo Buono, il magazine di marchi storici di Modena come Fini e Le Conserve della Nonna)
Come si prepara?
Grazie all’aiuto della mia super nonna e super mamma di seguito vi illustro come lo prepariamo solitamente a casa nostra e vi faccio vedere anche una variante golosa che di preciso non ho ancora capito da dove arrivi, so solo che mia nonna la prepara da sempre.
Ah vi avverto, le dosi sono un pochino ad occhio, ma questo è un grande classico 😉
Ingredienti per 4 persone
- Farina 800 gr.
- Burro q.b.
- Un pizzico di sale
- Un bicchiere di acqua minerale frizzante – a temperatura ambiente
- Un bicchiere di latte
- Olio di semi o strutto, per friggere
[La ricetta originale non ha il burro. Il latte, poi, che serve per ammorbidire l’impasto, è una variante in alternativa all’acqua – a casa mia mettiamo tutto per non farci mancare nulla 😉 Il lievito nella ricetta modenese non è mai previsto – e questo non lo mettiamo nemmeno noi.]
Su un tagliere o una spianatoia disponete la farina creando una fontana al centro in modo da mettere al suo interno il burro, il sale e l’acqua.
Iniziate ad impastare, per ammorbidire il composto, aggiungete il latte e continuate a lavorare la pasta finché non ottenete una palla omogenea. Per aiutarvi a staccare dal piano la pasta usate un coltello, così recupererete tutto. Lasciate riposare per un po’ (20 – 30 minuti) ricoprendola con la pellicola o avvolgendola in un canovaccio.
Una volta atteso il tempo di riposo, prendete la pasta e stendetela sul piano aiutandovi con un mattarello fino a renderla sottilissima (qualche millimetro).
Tagliate la pasta, con l’apposita rotella o un coltello, di solito formando dei rettangoli.
Attenzione, è arrivato il momento di parlarvi della variante di casa mia a cui vi avevo accennato 🙂
Noi di solito insieme al gnocco prepariamo anche “le focacce”, stesso impasto, ma farciamo dei cerchi di pasta in modo da creare delle mezzelune.
Questa preparazione assomiglia tanto al panzerotto, al calzone, alla pizza fritta, ma noi la facciamo con la pasta del gnocco.
Per ottenere questi cerchi di pasta, usiamo piatti di diverse dimensioni, ricalcandone la circonferenza. I più grandi sono per le focacce ripiene con mozzarella e insalata riccia, i più piccoli sono per quelle ripiene di conserva di pomodoro e mozzarella. Il ripieno viene messo su un lato per permettere la piega del cerchio, una volta piegato, la pasta viene chiusa aiutandosi con una forchetta (ecco perché i lembi sono rigati).
Ora che abbiamo preparato tutto, possiamo friggere gnocco e focacce 🙂
Nella padella fate scaldare l’olio per friggere. Una volta arrivato a temperatura immergete i pezzi di pasta, un po’ alla volta. Man mano che assumono un colore dorato e un po’ di volume potete tirarli fuori e appoggiarli su carta assorbente in modo da asciugarli dall’olio.
Ora sono pronti per essere messi in un cestino o un piatto da portata 🙂
Come si fa a trattenersi di fronte a una cosa così buona! Ve lo dico io… è impossibile 🙂
Se volete saperne di più sul gnocco fritto, vi consiglio un bel volume realizzato dalla Confraterinta del Gnocco d'Oro in cui si decretano anche i migliori locali dove poter gustare questa specialità a Modena e provincia.
La mia storia sul "Gnocco Fritto" è anche su Steller con alcuni video della mia splendida nonna che impasta 🙂
4 Comments
Che bel post!
La foto delle mani di tua nonna che tirano la sfoglia mi commuove! Io sono di Reggio, ma vivo a Ginevra ormai da un anno, e oltre a mancarmi il gnocco fritto mi manca stare con le mie nonne e questo post mi ha ricordato tanto casa!
Un saluto grande
Grazie Veronica per lo splendido commento 🙂 Mi fa piacere se ha suscitato in te questo bel pensiero. Un saluto grandissimo a te!
Bell’articolo, adoro lo gnocco ma una domanda: il Barbera è un buon vino da accostare allo gnocco fritto?
Ciao Robi, grazie mille per il tuo commento! Il gnocco fritto è un piatto irresistibile in effetti. Se ti devo consigliare il vino più giusto però per accompagnarlo, ovviamente ti direi un buon Lambrusco (secco). Il gnocco fritto infatti ha bisogno di un vino equilibrato in effervescenza, acidità e leggerezza. Un altro abbinamento interessante può essere un buon Pignoletto dei Colli Bolognesi. Non sono un sommelier, però, probabilmente esistono altre combinazioni più che azzeccate! A me piace rimanere nell’ambito della tradizione 🙂