[Oggi la Gastronomia Manzini non si trova più al Mercato Albinelli ma ha cambiato sede. Per me, però, rimane un banco storico del mercato per questo ho deciso di mantenere quest’articolo sul blog]
Tanti sono i banchi del Mercato Albinelli in cui meriterebbe fermarsi ad ascoltarne la storia, probabilmente tutti. Quando mi capita di passeggiare per il mercato, oltre ai colori e agli odori, cerco di respirarne anche le storie, appunto, fatte di persone che ogni mattina si svegliano all’alba per andare ad aprire la loro attività. Mi faccio mille domande, provo ad immaginare quante bellissime cose mi potrebbero raccontare. E così ha fatto Massimo Manzini, titolare della gastronomia F.lli Manzini dal 1984.
Ci avete mai pensato a quante esperienze di vita si concentrano dentro in un mercato?
Gente che passa e che va, gente che ritorna, persone che restano, persone che trascorrono la maggior parte della propria esistenza all’interno di questa grande “casa”.
I mercati sono un po’ così: chiassosi, affascinanti ma sopratutto carichi di esperienze, di vita.
Sono un grande spettacolo teatrale cha va in scena ogni giorno.
L’idea di parlare con i protagonisti di quest’opera così bella, m’intrigava e allora, mi sono detta: ora scambio due chiacchiere con qualcuno di loro.
Per iniziare ho ne individuato uno, ma non escludo che questo possa essere l’inizio di una sorta di saga che mi piacerebbe chiamare “Storie di Mercato“.
Oggi vi racconto, quindi, la storia di Massimo che insieme alla sorella e alla moglie è il proprietario della gastronomia F.lli Manzini un banco che ha alle spalle una tradizione gastronomica che dura da più di 30 anni.
È un banco facilmente identificabile soprattutto per la bella insegna, a dir poco curiosa, che reca la scritta “La Boutique del Baccalà” di cui Massimo mi ha spiegato l’origine.
L’attività della famiglia Manzini, che è stata avviata da Massimo, dalla sorella e dalla madre, è nata con la vendita di prodotti sotto sale come baccalà, acciughe e pesci conservati, per questo motivo venivano chiamati i “saraccari”, in dialetto modenese “sarachér”, perché vendevano le saracche.
Da allora la domanda degli avventori del mercato si è trasformata ed il banco ha iniziato a vendere prodotti diversi: dallo scatolame, alle olive fino ad arrivare ai piatti pronti, prima acquistati da gastronomie locali, poi realizzati in proprio. Oggi questo banco di gastronomia è una realtà aziendale consolidata, che oltre a Massimo, alla sorella e alla moglie dà lavoro a 7 dipendenti, ha un laboratorio per la preparazione dei cibi, aperto nel 2002, nelle vicinanze e offre prodotti di nicchia, di alta qualità, prevalentemente legati al territorio.
Ho chiesto a Massimo come fosse lavorare al Mercato Albinelli e lui mi risposto che come tutte le cose ha dei lati positivi (tanti) ma anche negativi (qualcuno). Di positivo c’è che il posto è unico e caratteristico, il movimento di gente è continuo e il clima che regna tra i proprietari dei banchi, soprattutto quelli storici, è paragonabile a quello che si vive in una grande famiglia. I lati negativi sono per lo più legati al clima e alle stagioni: il caldo in estate e il freddo in inverno temprano lo spirito 🙂
Non ho potuto fare a meno, poi, di domandare a Massimo di raccontarmi qualche aneddoto sul mercato:“avrei dovuto tenere un diario per ricordarmeli tutti!”, è stata la sua risposta. E perché no?! Dico io, i diari sono sempre delle ottime idee 😉
Massimo mi ha parlato del passato, del presente, ma anche del futuro, suo e del mercato. I cambiamenti sono in vista per entrambi. Lui sta progettando a grandi cambiamenti che lo porteranno ad iniziare una nuova avventura fuori dal Mercato Albinelli. Il mercato, invece, seppur sarà sempre un punto di riferimento per la città, è destinato ad intraprendere delle trasformazioni per rimanere al passo con il cambiamento della domanda. Sarà, infatti, necessario iniziare a considerare un cambiamento strutturale dell’offerta, come ad esempio la possibilità di rendere disponibile la somministrazione in loco, come avviene già per tanti mercati cittadini, e il prolungamento degli orari di apertura e chiusura.
Oggi, più che mai, siamo voraci di esperienze e sono sicura che il Mercato Albinelli sia una di quelle esperienze che vorremmo durasse il più a lungo possibile. Dalla mattina, al pranzo, all’aperitivo, tante possono essere le possibilità offerte. Le esigenze cambiano, le persona cambiano, le tradizioni invece rimangono. Cosa c’è di più bello allora che riuscire a fare incontrare tradizione e modernità?
La storia del banco di gastronomia F.lli Manzini è anche su Steller:
Da settembre 2016, il banco di gastronomia F.lli Manzini ha traslocato dal Mercato Albinelli e si è spostato in via Peretti 17, poco distante dal centro.
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