È incredibile pensare come Modena in passato fosse una città fatta di vie d’acqua, un po’ come una piccola Venezia!
Un po’ di tempo fa ho partecipato a un bellissimo tour, organizzato dall’Associazione Arianna, in giro per le strade del centro storico seguendo il percorso dei canali che una volta scorrevano in città.
Tantissime sono le curiosità che non sapevo e che vi voglio raccontare 🙂
Se vi soffermate a pensare ai nomi di alcune strade che vedete in giro, potrete facilmente intuire il nesso che questi hanno con la “cultura dell’acqua” cittadina: Canalchiaro, Canal Grande, Corso Duomo ma ancora Redecocca (che prende il nome dal Rio de Coca), oppure via Canaletto sono tutti esempi di come la natura fluviale della città abbia influenzato la toponomastica.
Tutti i canali della città (sia quelli di acque torbide, che provenivano dai fiumi Secchia e Panaro, sia quelli di acque chiare, di sorgente, alimentate dalle risorgive) confluivano in piazza Roma, nel Naviglio, la “casa delle acque”, che arrivava fino al fiume Po. È in questo punto strategico che i Duchi Estensi decisero nel ‘200 di costruire la loro fortezza, il Palazzo Ducale, come presidio della città (una buona scelta no? ;)).
Se avete di fronte lo splendido Palazzo Ducale e rivolgete lo sguardo sulla vostra sinistra, potrete scorgere, addossata alle case, la “Fonte d’Abisso”, una volta collocata alla base del torrione del palazzo stesso. Da questa fontana sgorgava acqua di sorgente, purissima e cristallina, che il Duca utilizzava per la sua vita di corte. La fontana prende il nome dal Canale d’Abisso, che attraversava tutta la città entrando da Via Saragozza e confluendo nel Canale della Cerca (chiamato così perché il suo percorso seguiva la “cerchia” delle mura cittadine), sotto al Palazzo Ducale.
Proseguendo da quella parte, imboccate via delle Belle Arti fino all’incrocio con via della Cerca, dove dovete girare a sinistra su via Ganaceto fino all’altezza della mitica Osteria da Ermes. Superata l’osteria, girate ancora a sinistra in via Castelmaraldo per arrivare a piazza della Pomposa. Prima di proseguire, però, alzate lo sguardo al cielo e noterete che, sul muro dello stesso palazzo all’angolo con Ermes, è posizionata una carrucola, che in passato, insieme alle aperture segnate sotto le finestre, serviva a portare i viveri direttamente in casa dalle imbarcazioni. Vi dico la verità, prima di questo tour io la carrucola non l’avevo mai notata! 😉
Arrivati nella meravigliosa Piazza della Pomposa, fermatevi a bere un sorso d’acqua dalla fontanella che trovate lungo il muro della chiesa. Conosciuta come “Fonticolo dell’Oste”, questa fontana è famosa per una simpatica leggenda che ha come protagonista Telesforo Fini, proprio quel Fini, che ha reso famosa Modena nel mondo esportando le eccellenze della nostra cucina. Si racconta che i modenesi, forse un po’ invidiosi del suo successo, iniziarono ad accusarlo di annacquare il Lambrusco con l’acqua che sgorgava dalle fontane. Vero o no, il goliardico Telesforo fece apporre una lapide sulla fontana con su scritto:
“In dono da Telesforo Fini, negoziante modenese, alla sua città per l’eccessiva acqua che ha messo nel vino”.
Divertente, no?! 😉
Ora, imboccate via del Taglio e girate a destra su Via Nazario Sauro fino ad arrivare in via Carteria. Chiudete gli occhi e per un attimo provate ad immaginare come fosse questa zona ai tempi dei canali. Qui c’erano i vari mulini utilizzati dalle cartiere. Proseguendo arrivate davanti alla chiesa di San Barnaba e poi, girando a sinistra, in Largo San Giacomo, dove troverete una bella fontana di bronzo, una delle tante realizzate dallo scultore Giuseppe Graziosi, come la fontana di San Francesco, davanti alla chiesa di San Francesco appunto e la fontana “della fanciulla con il canestro di frutta” all’interno del Mercato Albinelli. Tantissime sono le fontane presenti in città, del resto non poteva non essere così, visto il profondo legame di Modena con l’acqua 🙂
Tra 1400e il 1500 la maggior parte dei canali è stata coperta dai proprietari che ci abitavano davanti, che previa autorizzazione, hanno potuto allargare le proprie abitazioni costruendoci sopra le nuove aree. Il Naviglio è rimasto in funzione fino a metà del ‘800 e fino al 1930 si poteva trovare ancora qualche canale in città! L’acquedotto cittadino è stato inaugurato nel 1938 e in quell’occasione è stata realizzata, sempre dal Graziosi, la “Fontana dei 2 fiumi”, probabilmente la fontana più bella e significativa della città, che si trova in Largo Garibaldi e che raffigura i 2 fiumi, Secchia, la figura femminile, e Panaro, la figura maschile.
Fare “il turista” nella propria città è molto divertente! Imparare a vedere punti di vista un po’ inusuali, come quello di una Modena fluviale, è importante per mantenere quel legame con le origini che non dovrebbero mai andare perdute 🙂
5 Comments
Grazie per tutte le curiosità e le numerose informazioni sulla tua bella città, ricca di storia e scorci incantevoli.
Grazie a te per l’apprezzamento e il commento!
Ottimo lavoro… Seguirò le indicazioni x visitare il centro città e ti farò sapere le mie conclusioni… Stefano
Grazie Stefano! Fammi sapere come è andato il tuo tour 🙂
Sono di Modena , anche se da 43 anni abito a Milano il mio cuore è rimasto
A Modena