Quando penso al racconto che posso fare di Modena, spesso mi ritrovo immersa in un ecosistema molto più vasto che va oltre i confini cittadini o provinciali. Tante sono le situazioni che si intrecciano, tutte accomunate dal nostro essere emiliani: un’identità che ben si spiega semplicemente pensando alla via Emilia.
Campanilismi a parte, non credo che sia proprio possibile conoscere un territorio senza dare uno sguardo anche a quanto gli è vicino: il più delle volte realtà confinanti hanno molto in comune, forse troppo per fare realmente delle distinzioni nette.
Ecco, allora, che vorrei spiegarvi cosa rappresenta per me quest’idea d’insieme e come essa possa influenzare il racconto che quotidianamente faccio della mia città tanto da volergli dedicare una nuova sezione specifica sul mio blog che ho deciso di chiamare “Sulla via Emilia”.
Dalla via Emilia al tortellino le affinità sono tante
La nostra mitica SS9, ha una storia antica che va indietro nel tempo di ben oltre 2200 anni. I suoi 270 km di strada che collegano Rimini a Piacenza fanno da filo conduttore alle diverse realtà che si trovano sul suo percorso. Per chi vive nella nostra regione, la via Emilia non è semplicemente una storica via romana, ma ha un valore essenziale tanto da aver dato il nome al popolo che la abita.
La via Emilia, però, non è la sola a esprimere bene il concetto di questa influenza reciproca. Pensate un attimo al “tortellino” di cui vi ho raccontato in parte la storia nell’articolo del blog (I tortellini della nonna) cui sono più affezionata in assoluto perché mi ricorderà sempre la mia nonna Anna che da poco è venuta a mancare.
La storia di questa speciale pasta ripiena credo mi possa venire in aiuto a esprimere perfettamente il concetto di cui sto parlando. Il tortellino è simbolo indiscusso del modo di essere e di vivere emiliano ma non solo. Da sempre conteso tra Modena e Bologna, la leggenda vuole che sia Castelfranco Emilia la sua terra di origine, una cittadina a pochi km dalla mia città, che solo dal 1929 è in provincia di Modena, ma che in precedenza faceva parte della provincia di Bologna. Una tradizione, quindi, che si colloca al confine tra due province e che con nomi diversi e minime variazioni arriva a Reggio Emilia, a Parma ma anche fino in Romagna. Come scrive l’esperto di storia della gastronomia Sandro Bellei “credo che tortellini, cappelletti e anolini siano figli della stessa mamma, la vasta pianura del Po”.
Come fare quindi a pensare di raccontare un territorio se non si tiene conto di queste assonanze?
Beh, sinceramente non credo sia impossibile.
A spasso per la via Emilia: alla scoperta di un territorio unico
Amanti della buona cucina e del buon vivere, un concetto da sempre molto legato al cibo, per chi abita la nostra regione incontrarsi intorno a un tavolo è prima di tutto uno stato mentale piuttosto che una condizione fisica. Distinguersi ed eccellere, poi, in svariati campi è da sempre una missione per tutti. Dalla cucina, ai motori, all’industria, all’arte: di certo il nostro territorio non passa inosservato, tanto che quest’anno Lonely Planet ha inserito l’Emilia Romagna tra le migliori destinazioni da visitare in Europa nel 2018.
Questa terra ospitale, le cui singole destinazioni sono forse prima più da assaporare poi da ammirare, è un contesto, di cui Modena è parte integrante, che è impossibile da ignorare.
Così, ho deciso che, quando mi sarà possibile, ne approfitterò per parlarvene. Vi racconterò di alcune esperienze che potrò fare sul territorio, di luoghi e realtà che meritano una visita o semplicemente una menzione, dell’essere emiliano e dell’emilianità in tutte le sue forme, senza mai però perdere di vista il mio focus cittadino.
Ma del resto, capita spesso di andare alla scoperta di luoghi vicini, soprattutto quando fanno parte di un’unica grande famiglia come l’Emilia 🙂
ps. proverò a raggruppare le mie esperienze in un hashtag che vorrei lanciare #mytravelsinemiliaromgna, se vi va, usatelo anche voi 🙂
2 Comments
Una richiesta fuori tema ma importante per chi viene a Modena per Natale
Dove possiamo cenare la sera del 24 dicembre e fra di noi c’è un celiaco?
Grazie
Ciao Paola, grazie per il commento e la richiesta. Non sono sicura di poterti però aiutare appieno perché non conosco benissimo le restrizioni alimentari di un celiaco. Quando mi è capitato di uscire con amici che hanno questo problema siamo andati in luoghi in cui poter trovare pesce o carne, ma non ti assicuro che la modalità di preparazione sia a prova di celiachia. Per quanto riguarda i ristoranti di pesce in città ti potrei consigliare il Selmi 22, Iodio Puro e il Ristorantino dalla Giò. Per la carne ti potrei consigliare Maxela o l’Officina della Senape. Poi ci sono alcuni ristoranti vegani/vegetariani come la Bottega Vegana in Piazza Mazzini oppure Julienne. Ti segnalo anche I Dissonanti che dovrebbe avere opzioni (anche pizza) proprio senza glutine. Ti consiglio spassionatamente però di chiamare per sentire se sono aperti e se hanno posto per la Vigilia e come si comportano con chi è celiaco. Purtroppo, la mia esperienza non è così profonda e non vorrei mai averti dato consigli sbagliati. Spero comunque di esserti stata utile. Un saluto e buone Feste